Con il processo evolutivo, il sistema emozionale si è modificato nel corso del tempo così da far coincidere le reazioni corporee con le esigenze dell’ambiente. Inoltre come esseri umani disponiamo di una specie di memoria in cui è possibile immagazzinare gli stati somatici ed il legame che li connette alle emozioni associate. Di conseguenza, siamo capaci non solo di provare delle emozioni e degli stati viscerali concomitanti, ma anche di ricordarcene quando proveremo lo stesso “sentire” nella medesima contingenza. Tutto ciò che abbiamo vissuto fino ad oggi lascia una traccia emotiva che “marchia” il nostro corpo. Un esempio del marcatore somatico all’opera si evince dalla sintomatologia legata ai disturbi alimentari e pelvici correlati.

Parole chiave: Emozioni; Magazzino mnestico; Marcatore somatico; Disturbi alimentari e pelvici. The body as a witness

Abstract: With the evolutionary process, the emotional system has changed over time so as to make bodily reactions coincide with the needs of the environment. Furthermore, as human beings we have a kind of memory in which it is possible to store somatic states and the link that connects them to the associated emotions. Consequently, we are capable not only of experiencing concomitant emotions and visceral states, but also of remembering them when we are called upon to experience the same “feeling” in the same contingency. Everything we have experienced up to now leaves an emotional trace that “marks” our body. An example of the somatic marker at work can be seen in the symptoms linked to related eating and pelvic disorders.

Keywords: Motions; Memory store; Somatic marker; Eating and pelvic disorders.

PREMESSA E DEFINIZIONE
Con il processo evolutivo, il sistema emozionale si è modi- ficato nel corso del tempo così da far coincidere le reazioni corporee con le esigenze dell’ambiente ovvero le emozio- ni sono cambiate non come sentimenti consapevoli, anche differenziati linguisticamente bensì come stati del cervello e come risposte corporee. Ciò significa che i sistemi sotto– stanti le stesse sono in grado di generare stati cerebrali ed espressioni fisiche che, in un secondo momento, le parole possono descrivere ed esaminare. Anche i processi decisio- nali sono dovuti al nesso che si crea tra componenti concer- nenti la cognizione e gli stati emotivi.
La teoria del marcatore somatico
1 di Antonio Damasio si fonda sulla coincidenza fra situazioni complesse e rispo– ste somatiche viscero-emozionali collegate a quest’ultime registrate dal cervello limbico per poi essere comunicate alla corteccia somatosensoriale ed insulare ove si creerebbe la raffigurazione della trasformazione dello schema corpo– reo causato alla reazione emotigena. Il marcatore somatico consentirebbe di associare il risultato di un’azione con la risposta emotiva primaria e di preannunciare la stessa in contesti analoghi, trasformandoli in emozione secondaria. Quindi il marcatore somatico corrisponde a quella sensa- zione di piacere o dispiacere che l’individuo sente nel mo- mento in cui emerge alla memoria l’esito (positivo o negati- vo) correlato ad una specifica probabilità di risposta.
Ne consegue che la ri-attivazione somatosensoriale cause
rebbe la sensazione fisico-corporea, pertanto il marcatore somatico diviene il sintomo capace di fornire un’informazione presumibile sulla natura più o meno favorevole dello stimolo emotivo presente e quindi “strumento” di aiuto nel prendere una decisione a tal riguardo.
Il marcatore è il risultato dell’attivazione che si muove come traccia successiva ad ogni scelta probabile, associa-
ta al significato attribuito (ricompensa punizione, costo o beneficio).
Si evince come possa essere considerato il correlato neuro- fisiologico delle emozioni secondarie ovvero dei sentimenti intesi come processi affettivi2. Gli “affects” appunto che usano le emozioni innate associate all’esperienza nel ma- gazzino di memoria, nell’azione attuabile nel presente, as- sociandole agli esiti di un’azione passata e divenendo stru- menti cognitivi nella scelta delle strategie personali.

Per comprendere meglio tale dinamica è utile fare una re– gressione, partendo dalla considerazione che le emozioni innate, dette emozioni primarie sono in grado di attivar- si anche al di là di un apprendimento specifico, e nel loro emergere coinvolgono determinate zone cerebrali e diffe– renti strutture neuronali, incrementandole di volta in volta. Le emozioni primarie3 sono la risposta agli stimoli ambien- tali, non implicano una partecipazione della corteccia neu- ronale ma si sviluppano in risposte somatiche che interes- sano i visceri, l’apparato scheletrico, il sistema endocrino, quello vascolare ed immunitario. Essendo innate si asso- ciano alla parte più antica del cervello, quella del sistema limbico.

Le emozioni secondarie invece rispondono ad un’analisi cosciente di determinati stimoli esterni, quindi ad un’ela- borazione cognitiva evoluta che comporta l’attivazione di un’area specifica della corteccia cerebrale, la corteccia prefrontale ventro-mediale.

Difatti una lesione in queste regioni conduce ad alcune disfunzioni nel comportamento impedendo al soggetto di prendere decisioni abituali e di routine e di vivere semplici emozioni della quotidianità, pur avendo intatte le facoltà cognitive superiori come l’attenzione, la memoria e l’intel- ligenza.

L’aspetto fisiologico è una componente basilare delle emo– zioni: non esiste uno stato emotivo, di qualsivoglia intensi- tà, che non comporti un’attivazione corporea.
Ogni volta in cui sentiamo emotivamente, il nostro corpo
viene implicato attraverso l’attivazione del sistema para- simpatico o simpatico, a cui consegue il rilascio ormonale di diverso tipo e risposte cerebrali che coinvolgono reazioni specifiche in sedi differenziate (tab.1).

Tale attività è stata valutata scientificamente da studi di neuroimaging che rivelano come, all’inizio di un’emozione, si assista ad un’attivazione (arousal) di aree cerebrali e di- stretti neurologici specifici sia per natura che funzionalità. Una branca della psicologia si è dedicata allo studio del- le conseguenze fisiologiche dell’attività emozionale così da confermare la teoria in base alla quale le emozioni non originano in modo astratto e/o al di fuori del contesto in cui l’individuo si trova bensì sono in armonia con lo stato psicosomatico di colui che le esperisce: come meccanismo evolutivo in cui l’emotività nasce all’interno dell’unicità mente-corpo del soggetto ospitante, fruitore di sensazioni, percezioni emozioni e sentimenti.