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I  disturbi del comportamento alimentare (DCA), o come più recentemente vengono chiamati disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), costituiscono un insieme eterogeneo di patologie appartenenti alla categoria dei disturbi psichiatrici. Questi disturbi sono il risultato di una combinazione complessa di fattori e riflettono uno stato di disagio profondo e sofferenza psicologica. I  disturbi alimentari sono contraddistinti da abitudini alimentari anomale e/o da comportamenti finalizzati al controllo del peso e della percezione del proprio corpo.

Disturbi alimentari e percezione del corpo

Un aspetto centrale dei disturbi alimentari è l’alterazione del rapporto con il proprio corpo. Questo spesso si traduce in una preoccupazione costante, che assume forme diverse a seconda del sesso.  Nei maschi, per esempio, le ansie riguardano spesso un corpo percepito come poco muscoloso o poco virile. Tale preoccupazione può sfociare in un disturbo chiamato “bigoressia” o “vigoressia”, in cui la persona percepisce il proprio corpo come sempre esile, nonostante un allenamento fisico costante e il raggiungimento di una buona tonicità muscolare.

Nelle femmine, le preoccupazioni si concentrano principalmente sul peso e sulle proporzioni corporee. La percezione di essere troppo pesanti o poco snelle è molto comune, anche in presenza di gravi condizioni di sottopeso (Treasure et al., 2020). Tuttavia, queste differenze di genere non sono rigide e si possono riscontrare casi contrari.

Anoressia Nervosa

L’anoressia nervosa è uno dei disturbi alimentari più noti. Si manifesta con una paura intensa di aumentare di peso e con un rapporto distorto con il corpo, che induce gravi restrizioni alimentari o l’adozione di altri comportamenti di controllo del peso (come l’esercizio fisico eccessivo).

A differenza della bulimia, l’anoressia non si caratterizza per la presenza di frequenti episodi di vomito, come talvolta si crede erroneamente. Il vomito autoindotto, insieme a episodi di abbuffate, è tipico della bulimia nervosa.

L’anoressia è, piuttosto, segnata da una marcata riduzione dell’apporto calorico (spesso tramite diete molto restrittive fai-da-te) e da un aumento dell’attività fisica, con conseguente perdita progressiva di peso. Nella forma “anoressia purging” si osservano episodi di vomito autoindotto.

Aspetti cognitivi ed emotivi nell’anoressia

Oltre alle problematiche alimentari, chi soffre di anoressia nervosa sperimenta distorsioni a livello cognitivo ed emotivo (Treasure, 2015).

Dal punto di vista cognitivo, i pazienti tendono a pensare in modo rigido, focalizzandosi esclusivamente su pochi temi, legati principalmente al cibo e all’aspetto fisico. Questo fenomeno è più grave nei casi di grave deperimento fisico, poiché un forte sottopeso può aggravare le difficoltà cognitive.

Emotivamente, le persone con anoressia presentano spesso difficoltà legate a forti emozioni negative, come senso di colpa e vergogna, e una scarsa autostima. Possono anche manifestare difficoltà nel riconoscere e regolare le proprie emozioni, un fenomeno noto come alessitimia.

La magrezza estrema, dovuta a diete sempre più severe, può causare seri problemi medici che, in alcuni casi, possono essere fatali. L’anoressia nervosa è uno dei disturbi psichiatrici con il più alto tasso di mortalità.

Le complicanze mediche possono coinvolgere vari organi e sistemi, e sono un aspetto fondamentale nella cura dell’anoressia nervosa. Solo dopo aver migliorato le condizioni fisiche e raggiunto un recupero ponderale si possono ottenere risultati positivi con gli interventi psicoterapeutici.

Bulimia Nervosa

La bulimia nervosa, il cui nome deriva dal termine greco che significa “fame da bue”, è un disturbo alimentare caratterizzato da abbuffate seguite da comportamenti di compensazione, come il vomito autoindotto. Un’abbuffata è un episodio in cui la persona perde il controllo durante il pasto, ingerendo una quantità eccessiva di cibo in breve tempo. Le abbuffate sono seguite dal bisogno di “eliminare” il cibo ingerito, solitamente attraverso il vomito autoindotto. Questo comportamento ha lo scopo di ridurre la sensazione di pienezza addominale e limitare l’effetto delle calorie consumate (Wade, 2019).

Chi soffre di bulimia spesso sperimenta una forte sensazione di colpa dopo l’abbuffata, e per cercare di “annullare” gli effetti calorici ricorre a metodi come il vomito o altre pratiche compensatorie, tra cui l’uso eccessivo di lassativi, digiuni prolungati o un’attività fisica smodata. Anche in questo caso, l’insoddisfazione riguardo al proprio corpo è pervasiva.

Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder - BED)

Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED), recentemente incluso tra i disturbi alimentari, è simile alla bulimia, ma senza i comportamenti di compensazione. 

Chi soffre di BED presenta abbuffate, ma non ricorre mai al vomito o ad altri metodi per eliminare il cibo ingerito. Questo disturbo può portare a un significativo aumento di peso e, di conseguenza, a problemi di obesità grave con comorbidità mediche (Hilbert, 2018). 

Le persone con BED spesso hanno una lunga storia di tentativi falliti di diete, che non affrontano mai la radice psicologica del disturbo che sta alla base dei comportamenti alimentari disfunzionali.

Disturbi Alimentari NAS

Si  riferiscono a tutte quelle condizioni che presentano problematiche alimentari significative ma che non rientrano nei criteri specifici per diagnosi come anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo da alimentazione incontrollata.

Questi disturbi includono:

  1. Disturbi alimentari atipici: non soddisfano completamente i criteri per altre diagnosi (come un comportamento di restrizione alimentare, ma senza l’intensa paura di ingrassare o senza una distorsione dell’immagine corporea tipica dell’anoressia).
  2. Comportamenti alimentari disordinati: non raggiungono i criteri per la bulimia nervosa (come le abbuffate senza comportamenti di compensazione).
  3. Disturbi dell’alimentazione rifiutante/restrittiva: (come il rifiuto del cibo o l’evitamento di specifici alimenti, ma non sufficientemente grave per essere diagnosticato come anoressia).

Questi disturbi possono comunque causare gravi difficoltà e rischi per la salute fisica e psicologica, e richiedono un trattamento appropriato. Il trattamento include generalmente “psicoterapia”, “interventi nutrizionali” e, in alcuni casi, l’uso di farmaci.

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